Il cronografo a rattrapante (o cronografo sdoppiante) è un cronografo dotato di due sfere dei secondi centrali che misurano il tempo in modo indipendente.

Il cronografo a rattrapante

Valjoux84 Mono Rattrapante, foto cliniquehorlogere.ch
Valjoux84 Mono Rattrapante, foto cliniquehorlogere.ch

Il primo orologio da polso con cronografo a rattrapante (detto anche cronografo sdoppiante, split-second chronograph o ancora double chronograph) sembra sia stato un Patek Philippe del 1923. L’invenzione vera e propria risale però agli orologi da tasca del 1800 ed è opera di Louis-Frèdèric Perrelet, lo stesso che inventò l’orologio automatico.

I movimenti con cronografo a rattrapante sono scarsamente diffusi e solitamente vengono montati su orologi di alto livello. Questa complicazione è infatti difficile e costosa da implementare, oltre a non risultare tanto utile quanto ad esempio il fly-back.

Oggi possiamo trovare cronografi a rattrapante su movimenti in-house di diverse manifatture e tra questi esistono anche cronografi a rattrapante basati sul Valjoux 7750 di ETA. Il primo ETA con questa complicazione è stato presentato nel 1992 ed oggi è diventato il rattrapante più diffuso.

Tra le recenti innovazioni inerenti questa complicazione occorre citare il calibro G330 di Gallet presentato nel 2010. Il G330 è un cronografo automatico a rattrapante dotato di due molle di carica indipendenti. Grazie al fatto che queste due molle sono separate, il G330 non mostra peggioramenti nella precisione durante l’utilizzo del cronografo sdoppiante. Tale peggioramento nella precisione è un problema che la complicazione si porta dietro sin dall’inizio della sua storia.

Cos’è un cronografo a rattrapante

IWC Double Chronograph IW371808
IWC Double Chronograph IW371808

Ora entriamo più nel pratico cercando di rispondere alla domanda: cos’è un cronografo a rattrapante? Un cronografo a rattrapante è un cronografo dotato di due sfere centrali dei secondi cronografici.

Quando avviamo il cronografo, queste due sfere si muovono insieme e quella secondaria rimane perfettamente nascosta sotto a quella principale. Alla pressione di uno specifico tasto, la sfera aggiuntiva viene fermata in modo indipendente dall’altra. Assistiamo così allo sdoppiamento che ci permette di misurare un tempo parziale senza interrompere la misurazione globale.

Premendo nuovamente lo stesso tasto, la sfera torna a scomparire sotto a quella principale e riprende a muoversi all’unisono con essa.

Da questa descrizione si intuisce che un orologio con cronografo sdoppiante necessiti di un tasto aggiuntivo, che potremmo ad esempio trovare ad ore 10 oppure ad ore 3 insieme alla corona.

Differenza tra flyback e a rattrapante

Può capitare di fare confusione tra rattrapante e flyback. Come abbiamo visto, il rattrapante serve a misurare due eventi che iniziano nello stesso momento, oppure ad effettuare una misurazione parziale di un evento.

La funzione di flyback permette invece di effettuare misurazioni in rapida successione senza dover riportare a zero manualmente il cronografo. Il primo cronografo flyback è stato brevettato da Longines nel 1936.

In presenza di flyback, il tasto che solitamente avrebbe avuto la funzione di reset diventa invece quello che avvia istantaneamente la nuova misurazione. Supponiamo ad esempio di avere una classica configurazione con un tasto a ore 2 ed uno a ore 4. Quello ad ore 2 avvierà e fermerà il cronografo, mentre quello a ore 4 darà il via alla nuova misurazione quando il cronografo è attivo. Se si preme il tasto a ore 4 in situazione di cronografo non innestato, riporteremo la misurazione a zero.

Come funziona un cronografo a rattrapante

Come abbiamo già avuto modo di vedere, un movimento con cronografo a rattrapante deve gestire una sfera dei secondi centrali aggiuntiva. L’innesto ha quindi il compito di mantenere la posizione della prima posizione in cui viene fermata una sfera, mentre l’altra continua a muoversi.

Quando premiamo il tasto dello sdoppiamento, un isolatore ferma il movimento della sfera dei secondi inferiore mantenendo invariata la marcia di quella superiore. Quando invece fermiamo anche la sfera principale, l’intero meccanismo si ferma e possiamo riportare a zero il cronografo.

Il cronografo sdoppiante è una complicazione considerata difficile da implementare, ai livelli del calendario perpetuo o della ripetizione minuti. In tutto questo sistema ci sono infatti numerose possibilità di errori ed imprecisioni, a partire dal perfetto allineamento delle due sfere dei secondi e dal meccanismo che le riporta in asse dopo lo sdoppiamento.

Il meccanismo che sdoppia e riallinea le due sfere dei secondi sfrutta l’energia della molla di carica, ragion per cui è cruciale che venga realizzato in modo tale intaccare meno possibile la precisione dell’orologio. È proprio su quest’ultimo aspetto che è andato ad intervenire il Gallet G330 menzionato ad inizio articolo, con i due bariletti del brevetto DuoForce. Oltre ad avere così una riserva di carica di 72 ore, il G330 garantisce che allo scappamento arrivi sempre energia costante indipendentemente dal fatto che il cronografo venga utilizzato o meno.

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