Percorriamo la storia della maison svizzera Jaeger-LeCoultre, che inizia nel 1833 nella Valle di Joux con il fondatore Charles Antoine LeCoultre.

Le invenzioni di Charles Antoine LeCoultre

Antoine LeCoultre

La storia di Jaeger-LeCoultre inizia con Charles Antoine LeCoultre, un orologiaio svizzero autodidatta. Antoine aprì il suo primo laboratorio a Le Sentier, nella Valle di Joux. Oltre a Jaeger-LeCoultre, oggi la Valle di Joux ospita maison di lusso come Audemars Piguet, Patek Philippe, Vacheron Constantin, Breguet e Blancpain.

JLC deve il suo prestigio soprattutto ai suoi movimenti. Arrivando ai giorni nostri si contano più di 1200 calibri realizzati dalla casa. Tale traguardo non sarebbe stato raggiunto senza la spinta creativa ed innovativa del suo fondatore. Antoine si mise infatti in luce per numerose invenzioni, tra le quali:

  • Una macchina per produrre pignoni nel 1826
  • Il Milionometro, primo strumento nella storia in grado di misurare i micron (1844)
  • Uno dei primi sistemi di carica per orologio da tasca che funzionava senza chiave. La carica ed il settaggio dell’ora avvenivano tramite la pressione di un pulsante
  • La prima produzione parzialmente meccanizzata di movimenti complicati, nel 1870

Queste invenzioni non vennero brevettate, poiché ancora in Svizzera non c’era la possibilità di farlo. Jaeger-LeCoultre si rifece tuttavia negli anni successivi della sua storia: ad oggi conta circa 400 brevetti.

La fusione con la manifattura di Edmond Jaeger

Edmond Jaeger

Edmond Jaeger era un orologiaio Alsaziano, stabilitosi a Parigi nel 1880. Il suo talento e la sua ambizione nella costruzione di cronometri e tachimetri l’avevano portato a diventare fornitore della marina francese, alla quale consegnò nel 1890 il primo cronometro marino.

Nel frattempo, Antoine LeCoultre si era imposto come uno dei più prestigiosi costruttori di movimenti. Insieme al figlio Ellie produceva calibri di elevata precisione ed affidabilità, che venivano incassati da orologi di altre case svizzere. Sul fronte delle complicazioni i due non si facevano mancare nulla, compresi tourbillon, calendari, cronografi e svegliarini.

Jacques LeCoultre

A succedere ad Antoine ed al figlio fu il nipote Jacques-David LeCoultre, che nel 1903 incontrò Edmond Jaeger. Tra i due nacque un’amicizia che si rivelò proficua anche sul piano professionale. Inizialmente i due collaborarono ad alcuni progetti, ma nel 1937 il rapporto culminò nella fusione sotto il nome di Jaeger-LeCoultre.

Grazie all’unione delle forze JLC arrivò al successo mondiale, rafforzando ulteriormente la propria posizione di fornitore per importanti manifatture. Cartier riuscì addirittura ad ottenere un’esclusiva sulla produzione Jaeger-LeCoultre per la durata di 15 anni.

Le prime creazioni di Jaeger-LeCoultre

Master Ultrathin 1907 presentato a SIHH 2013

Ancora prima della fusione, Jacques LeCoultre realizzò alcuni progetti proposti da Edmond Jaeger, che consistevano in calibri ultrasottili di sua invenzione. Tra questi c’era anche il celebre LeCoultre 145, il movimento da tasca più sottile al mondo celebrato dalla maison qualche anno fa con il Master Ultra-Thin 1907.

Nel 1925 Jaeger-LeCoultre presentò il Duoplan, un piccolo e sottile orologio da polso da donna a cassa rettangolare e quadrante art deco. Al suo interno si trovava il calibro LeCoultre 7BF, che  venne progettato in modo tale da poter essere inserito in gioielli che nascondevano al suo interno l’orologio. La strada scelta fu quella della miniaturizzazione, che non doveva però andare a scapito della precisione. Per ottenere questo risultato, si dispose il calibro del Duoplan su due piani orizzontali: su di un piano si trovava l’organo regolatore di dimensioni regolari, sull’altro le parti miniaturizzate. L’organo regolatore di dimensioni standard permise di non perderne in precisione.

Calibre 101, foto timetransformed.com

A partire dal 1929, all’interno del Duoplan venne montato il Calibre 101, ossia il movimento più piccolo al mondo. Le dimensioni del Calibre 101 sono di 14mm di lunghezza, 4.8mm di larghezza e 3.4mm di spessore. Il suo peso non raggiunge il grammo. Il Calibre 101 viene ancora oggi prodotto e mantiene il primato di movimento più piccolo al mondo, mentre le sue parti sono aumentate da 74 a 98.

Il Reverso ed altre icone

Reverso Duoface ref. 3838420

Nel 1931 vide la luce la massima icona della maison: il Reverso, orologio da uomo a cassa rettangolare con quadrante Art Deco. Aveva un design elegante ed era stato pensato per chi praticava il polo. Per evitare di esporre il vetro agli urti di gioco, il Reverso offriva la possibilità di ribaltare la cassa portando ad esporre il fondello. Jaeger-LeCoultre Reverso ottenne un grande successo, di cui gode ancora oggi. Da allora ne sono state prodotte numerose varianti, come quelle complicate o come il Reverso Duo, dotato di quadrante su entrambe le facce della cassa.

Jaeger-LeCoultre Automatic (o Le Coultre Futurematic), foto collectorsquare.com

Nel 1953 Jaeger-LeCoultre presentò Automatic (conosciuto oggi come Futurematic, ossia il nome con cui era distribuito negli USA). La caratteristica peculiare del Futurematic era il fatto di non avere la corona ai lati della cassa, godendo di una simmetria unica. Per impostare l’ora si poteva ricorrere alla corona posta sul fondello.

Memovox

Alla fiera di Basel del 1956 fu invece la volta del Memovox, che ottenne molto successo anche per il fatto di essere dotato di sveglia. Era un orologio elegante a cassa tonda e dal quadrante bitonale. Il sotto-quadrante interno consisteva in un disco che poteva essere ruotato per impostare l’orario della sveglia.

Un orologio degna di nota, sebbene non altrettanto famoso, è il Gyrotourbillon I. Si tratta di un orologio con tourbillon e calendario perpetuo presentato nel 2004. Mentre i tourbillon classici ruotano su un asse, il Gyrotourbillon di JLC ruota su due assi.

JLC 920

Audemars Piguet 2121

Uno dei movimenti più famosi di casa Jaeger-LeCoultre è il JLC 920, un automatico ultrasottile nato nel 1967 ed ancora oggi in produzione. La fama di questo calibro la si deve al fatto che per un certo periodo venne equipaggiato contemporaneamente da Audemars Piguet Royal Oak, Patek Philippe Nautilus e Vacheron Constantin 222. In pratica dalla triade dei più famosi sportivi d’acciaio.

Jaeger-LeCoultre produce il JLC 920 solo sotto forma di ebauche, tanto che non lo troviamo su nessuno dei suoi orologi. Le maison che lo acquistavano (ed acquistano) si occupavano della personalizzazione, vendendolo poi sotto il proprio nome:

  • Audemars Piguet 2120, 2121, 2122
  • Vacheron Constantin 1120, 1121, 1122
  • Patek Philippe 28-255

Oggi Patek Philippe non lo utilizza più, avendolo sostituito con un movimento realizzato in casa.

La caratteristica peculiare del JLC 920 è quella di essere spesso solamente 2,45mm, nonstante la presenza di un rotore centrale semicircolare. Anche successivamente all’aggiunta del modulo data, lo spessore riesce a mantenersi a soli 3,05mm. Il diametro è invece nella media, ossia 26mm.

Conclusioni

Jaeger-LeCoultre è oggi una maison che gode di un fascino tutto suo. Tale fascino deriva soprattutto dal connubio tra lo storico prestigio dei suoi movimenti e lo stile Art Deco che le sue icone hanno conferito all’immagine stessa della casa. Personalmente ritengo che apprezzare JLC significhi anche conoscere ciò che sta dentro ad alcuni orologi ben più celebri.

Nonostante l’elevata sostanza, il catalogo JLC ha in media prezzi decisamente più abbordabili rispetto a Patek Philippe, Audemars Piguet e Vacheron Constantin. Si pensi ad esempio che un Reverso o un Master Control possono essere acquistati a meno di 5000€.

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