Il primo materiale luminescente applicato sui quadranti Rolex fu il radio, utilizzato dal 1913 fino ai primissimi anni ’60. Il radio è un metallo radioattivo, ragion per cui già dagli anni ’50 si prese coscienza della sua pericolosità e si trovò nel trizio un’alternativa più sicura.

Il punto esclamativo nei Rolex vintage

Submariner Big Crown al radio, foto rolexpassionmarket.com

I Rolex degli anni ’50 utilizzavano ancora il radio per la luminescenza. I modelli con luminescenza erano prevalentemente Submariner, Turn-O-Graph, Explorer e GMT Master.
La Commissione per l’Energia Atomica di fine anni ’50 fissò dei limiti in termini di radioattività, costringendo anche i produttori di orologi ad adeguarsi alle nuove leggi.
Rolex continuò ad usare il radio, ma lo fece applicando una vernice meno aggressiva, abbassando in questo modo il tenore radioattivo dei propri prodotti.

Sui quadranti di questo periodo possiamo trovare un puntino sotto l’indice a bastone a ore 6. A causa dell’accoppiata indice e puntino si crea l’effetto punto esclamativo che identifica queste referenze.

Il punto esclamativo fu il primo segno utilizzato da Rolex per identificare l’appartenenza di un dato esemplare ad una certa classe di radioattività.

Quadrante con punto esclamativo, foto themension.com

Il passaggio al Trizio: sottolineatura e Swiss – T < 25

Intorno al 1962 entrarono in vigore nuove normative che abbassarono ulteriormente il livello di radioattività tollerato. Il nuovo valore era 25 mCi (millicurie).

Daytona con sottolineatura, foto rolexforums.com

I quadranti NOS presenti in casa Rolex vennero adeguati ai nuovi standard utilizzando come materiale il trizio, un isotopo dell’idrogeno meno luminoso del radio ma anche meno radioattivo. Questi dial, detti di transizione, vennero segnati con una sottolineatura. È una caratteristica che troviamo nei Rolex del ’63 e del ’64.

Swiss – T < 25, foto watchprosite.com

Dal 1964 al 1967 sugli orologi Rolex compare invece la scritta Swiss – T < 25, che fa riferimento in modo poco equivocabile alla presenza di trizio con livello di radioattività inferiore ai 25 mCi imposti dalla legge. In alternativa, negli anni è possibile trovare T – Swiss – T.

I lumi dei quadranti vintage al trizio, originariamente bianchi, in numerosi casi si sono ingialliti nel tempo. Questa fascinosa caratteristica estetica ha la sua schiera di appassionati ed ha portato alla nascita di nuove referenze (non solo Rolex) con indici e sfere gialline, nel tentativo di replicare l’effetto del trizio invecchiato.

Luminova e Super-Luminova

Nel 1993 viene inventato un pigmento a base di alluminato e stronzio, brevettato nel 1995 sotto il nome di Luminova. Questo permise di ottenere luminescenza non radioattiva.

Il rischio a cui si era esposti utilizzando il trizio era in realtà esiguo. Si pensi ad esempio all’odierno utilizzo di trizio in capsule negli orologi militari: se si rompessero contemporaneamente tutte le capsule  e si venisse a contatto con il loro contenuto, il nostro corpo si esporrebbe ad un quantitativo di radiazioni paragonabile a quello a cui ci esponiamo normalmente nell’arco di un anno semplicemente respirando il trizio tranquillo presente nell’aria.

Nonostante ciò, a partire dal 1998 Rolex adottò Luminova e la dicitura tornò ad essere esclusivamente Swiss.

L’illuminazione al trizio offre prestazioni costanti e permanenti. Per circa 10 o 20 anni, il trizio continua ad illuminare senza la necessità di ricevere luce esterna. Luminova è invece un materiale fotoluminescente, che necessita di luce per caricarsi. Questa luce può essere quella solare o una luce artificiale. La luminescenza tramite Luminova va gradualmente diminuendo man mano che esaurisce la carica.

Super-Luminova e Chromalight a confronto, foto rolexforums.com

Dal 2000 Rolex cominciò ad applicare Super-Luminova, un’evoluzione potenziata di Luminova, dalle prestazioni più vicine a quelle del trizio. In questo caso troviamo la dicitura Swiss Made.

Per completezza citiamo infine Chromalight, utilizzato dal 2009 ed apparentemente proprietario Rolex. Le caratteristiche tecniche di questo materiale non sono ancora del tutto chiare: sembra offrire una luminosità più duratura ma meno brillante. Il colore è inoltre blu, a differenza dei colori Super Luminova C7 e C9 che tendono al verde.

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